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Luca Napolitano, Movida è il nuovo singolo: "Nasce dall'esigenza di normalità"


Intervistato da SuperGuidaTV Luca Napolitano ha presentato il suo nuovo singolo: Movida.

Partiamo subito dal presente e dalla nuova musica: “Movida” è il titolo del nuovo singolo. Raccontaci come è nato? 
Movida nasce dall’esigenza di un ritorno alla normalità, l’ho scritta circa un mese fa subito dopo la pandemia. Il concetto è che la normalità diventa movida; mi piace chiamarlo così perchè qualche mese fa l’idea di incontrarci con degli amici, di poter chiacchierare, di poter anche passare una giornata al mare sembrava una cosa assurda, impossibile e il fatto di poterla realizzare fa si che anche una passeggiata, un ritrovo per giocare a carte sembra un qualcosa di élite. Tutto ciò mi è sembrata “movida”, che è l’idea contrapposta a quella che generalmente viene associata a qualcosa di glamour.

Oggi ti presenti alla musica con il nome di Napo (Luca Napolitano). Cosa si nasconde dietro questa scelta? 
In pandemia ho deciso di chiamarmi Napo, di cambiare nome d’arte senza snaturarmi, essendo fondamentalmente me stesso, ma facendo arrivare un parte più semplice di me, più veritiera. Napo è l’abbreviazione del mio cognome, è uno zoom sulla mia persona. Con Napo ti avvicini e mi vedi meglio da vicino, ma resto sempre io solo che mi rapporto al mio pubblico e a chi non mi conosce come se fossero degli amici, familiari e parenti. Mi piaceva l’idea di dover essere così come sono. Movida è il tuo primo brano post pandemia. 

Come vivi questo ritorno alla musica? 
Sono per il carpe diem, lo ero già prima e adesso ancora di più. La vivo come tutti, come una possibilità che ci viene data oggi di poter godere di più di quello che si ha. A volte ci arrabbiamo per cose futili. Credo che questo momento storico ci stia facendo riflettere tanto, ci siamo permessi negli anni di fare cose che forse oggi non rifaremmo più. Parlando di pandemia, impossibile non chiederti come hai vissuto la quarantena? Ho vissuto la quarantena qualche settimana prima vivendo a Milano. Quando sentivo la mia famiglia che vive in provincia di Napoli quasi non credevano che fosse così la situazione al Nord. Poi i telegiornali hanno iniziato a parlare del Covid e delle misure cautelative del lockdown e allora hanno cominciato a capire la gravità della cosa. La quarantena l’ho vissuta come tutte le persone normali: ho guardato Netflix, ho ascoltato Spotify e ho scritto nuove canzoni. 
 
Quindi è stato un momento creativo per te. Molti artisti hanno raccontato di avere un blocco…
La creatività viene o dall’up o dal down. Purtroppo rischi di scrivere la paura che hai dentro, anche se forse non è giusto raccontarla. Viceversa potresti esasperare completamente la paura esorcizzandola e cercando in maniera contrapposta di scrivere una canzone molto superficiale rischiando di passare per pazzo. Ho cercato di capire quando poter adoperare la creatività e quando metterla da parte visto che siamo degli esseri umani e tutti abbiamo degli alti e dei bassi. 

Parliamo di “Supereroe” con cui hai superato i 2 milioni di view su You Tube. E’ una rivincita per te? 
Per me è una grossa rivincita, ma sopratutto è un motivo di orgoglio. In un momento così delicato con la mia etichetta, che considero il mio team e la mia famiglia, abbiamo voluto ringraziare le persone che si stavano adoperando e che hanno speso, in alcuni casi, anche la loro vita. Era doveroso ringraziarli parlando tutte le categorie e tutte quelle persone che si sono fatte in quattro per noi. Supereroe è stato motivo di gioia, il brano è arrivato alle persone e ho avuto tanti consensi sui social da parte di medici e dottori che mi hanno scritto dicendo ‘grazie perchè ascoltando la tua canzone prima di andare a lavoro mi dà quella carica per affrontare la giornata nel miglior modo possibile.