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LUCA NAPOLITANO: "Dopo Amici spicco il volo"..

Luca Napolitano, terzo classificato dell’ultima edizione di Amici di Maria De Filippi, ha da poco pubblicato il suo primo cd di inediti, L’Infinito. Dal talent in poi la vita del 23enne campano ha subito una svolta: ha trovato l’amore (la compagna di squadra Alice Bellagamba, ballerina), ha abbandonato gli studi universitari per intraprendere la carriera di cantante e ha pure provato a recitare.
Che percorso hai seguito dall’Ep “Vai” all’album “L’Infinito”?Ovviamente ho avuto la possibilità di fare un disco perché vengo dal programma di Amici, ma con L’Infinito ho lavorato appieno, è stata la prima collaborazione con un produttore. Con primo Ep ero, come del resto gli altri ex concorrenti, attaccato al cordone ombelicale che mi legava ad Amici. Nel frattempo ci siamo un po’ distaccati. Per me è stato un duro lavoro dividermi tra serate, promozione, disco, film, le musiche del film (“A sud di New York” di Elena Bonelli, ndr)… è stato stressantissimo e allo stesso tempo stupendo. Ho seguito tutto, dall’arrangiamento alla copertina, alla scelta dei brani. Ho fatto quello che dovrebbe fare un cantante.
C’è un brano che ti rappresenta più di altri? In ogni brano c’è un aspetto di me. “Mia” è quello più passionale e sensuale, sexy. È più legata al momento sentimentale che sto vivendo con Alice. Probabilmente “Dimenticarmi di te” è una di quelle canzoni che sento più mie. È nata da un brutto sogno che ho fatto una notte, l’incubo di un tradimento. Mi capita spesso di scrivere di notte: mi sento più Batman che Superman.
Alice è fonte d’ispirazione? Sì, ma non ha assolutamente ispirato “Dimenticarmi di te”: non mi ha tradito! È una fidanzata, un’amica, una sorella. Mi ascolta e mi consiglia. Per me è un grande appoggio, in tutto. Io, lei e Mario Nunziante (anche lui ex di Amici) abbiamo una grande intesa, è come se fossimo una famiglia. La mia seconda famiglia, visto che ho lasciato Napoli, anche se cerco di tornarci appena posso.
Ti manca la tua città? Un pochettino sì. Sono cambiate tante cose. Ma l’esperienza tv più che cambiare me ha cambiato chi gli altri: mi vedono diversamente. Ti faccio un esempio: prima ero Luca "il figlio dei miei genitori", ora i miei agli occhi degli altri sono diventati "i genitori di Luca".
La cosa ti spaventa? Mi potrebbe spaventare se ci fossero dei problemi familiari, di amicizia. Ci sono stati malintesi e discussioni, ma niente di grave. Spero siano cose passeggere. Mio nonno è un po’ incavolato con me perché eravamo molto legati, e ora che sono spesso lontano ci vediamo poco. Come del resto succede con la mamma, i fratelli… con tutti. Spero però che siano orgogliosi si me.
Gli studi li hai abbandonati definitivamente? Spero di riprenderli prima o poi ma il mio obiettivo adesso è cantare. Vorrei arrivare a cento anni e dire: ho fatto il cantante per tutta la vita, ho dato tutto me stesso in ogni disco, ogni intervista, ogni autografo.
Tu e Alice siete ancora iper gelosi l’uno dell’altra? Col tempo siamo migliorati. Col tempo la gelosia si va affinando. Sono geloso come prima ma cerco di frenarla. Siamo entrambi molto ragionevoli e razionali adesso.
Presentazioni ufficiali con le famiglie? Sì. Si sono conosciute quando è finito il programma.
I genitori approvano? D’impatto lei è piaciuta ai miei e io sono piaciuto ai suoi. Ma rimaniamo sempre “colleghi”, quindi diciamo che stanno sempre col fucile puntato.
In ogni caso è una storia importante? Sì, sono contente entrambe le famiglie. Se son rose fioriranno.
Dall’ingresso nella scuola in realtà non sei ancora sceso dalla giostra.. No. Ho realizzato col tempo, ma solo in parte. Sto ancora in una nuvoletta. Quando intraprendi un programma tv come Amici, dai provini in poi ti si apre un mondo nuovo che ti fa dimenticare tutto ciò che c’era prima. La sofferenza, le delusioni, le porte chiuse in faccia... Se fossi ancora il vecchio Luca direi che tutto ciò che ho fatto è impossibile. Un anno fa avrei detto: potrei anche morire dopo il primo disco. Ora dico: devo ancora fare un sacco di cose. Spero di farlo, perché mi sento di avere tanto da dare.
Il vecchio Luca com’era? Il vecchio Luca era timido e introverso, aveva paura delle telecamere, delle interviste, dei fotografi, del pubblico, delle esibizioni. Aveva paura un po’ di tutto. Ma questi timori ad Amici li ho dovuti accantonare, insieme alla mia timidezza e a tutto ciò che era sintomo di insicurezza e immaturità.
Un talent basta per creare un artista? Da parte mia la gavetta c’era, ma non era nulla in confronto a quello che ti può dare Amici. Come non è nulla ciò che ti può dare Amici in confronto di un’estate passata a fare serate con una band, insieme a vari ospiti. Più il tempo passa, più esperienza acquisisci e più diventi padrone del tuo essere. Ho cominciato cantando in famiglia, la devo a mio padre e a mio fratello la passione per la musica. Il secondo passo è stato staccarmi dalla famiglia e volere continuare a coltivare questa passione e farne un lavoro. Cantare ai matrimoni, nei villaggi turistici… mi è servito anche questo. Il terzo gradino è stato Amici. Il quarto l’estate passata a esibirmi. Il quinto è il disco. Magari i gradini sono cento, o mille. Io per ora sono arrivato qui.
Hai un cantante di riferimento? No, apprendo un po’ da tutti, non c'è un cantante o uno stile unico. Non mi piace l’idea di legarmi a un unico artista, a un’unica vocalità. Mi piace apprendere da più artisti, apprendere e poi rendere mie le cose che recepisco. Ho sempre pensato che legarsi a un artista poteva limitare la mia personalità.
Il vincitore di X-Factor quest’anno parteciperà di diritto a Sanremo. Ti sembra giusto il passaggio diretto? Non mi sembra giusto perché la storia attuale ci insegna che i vincitori non sono stati poi così forti. Giusy Ferreri e Noemi, quelle che hanno avuto davvero successo, non hanno vinto il programma. Nel nostro caso non è capitato perché Alessandra è stata la vincitrice e quella che sta avendo più successo, ma non credo che sarebbe giusto in ogni caso.
Tu ci andresti al Festival? A me piacerebbe, non so quanto potrei essere all’altezza perché continuo a vedere la cosa dal basso verso l’altro. Sanremo è Sanremo, è una vetrina importante purtroppo e per fortuna. Dico purtroppo perché a volte il vincitore non ha avuto il successo che hanno avuto altri, vedi Vasco che è arrivato ultimo. Però il festival è il perno della musica in Italia.
C’è una dimostrazione di affetto da parte dei fan che ricordi con particolare piacere? Alla fine di una serata è successo che un ragazzo si è messo a rincorrere la mia macchina. Quando mi sono fermato mi ha detto: «Grazie, perché grazie a te i miei genitori hanno fatto pace», e mi ha dato un braccialetto perché non lo scordassi mai. Non so per merito di quale canzone si sono riappacificati, ma io quel bracciale non l’ho mai tolto da allora.
C’è rivalità tra i vecchi concorrenti di Amici? Rivalità no. Poco tempo fa mi hanno chiesto se farei mai un duetto con Valerio Scanu. Perché no (i due avevano litigato ad Amici, ndr). Di certo non lo farei per lui ma per il pubblico, per i fan che vorrebbero vederci cantare insieme. Non c’è rivalità ma non c’è neanche l’amicizia. Sento un po’ tutti, chi più chi meno, come Alessandra. Ma l’amicizia è un’altra cosa.
Hai sentito i lavori dei colleghi? Ho sentito due singoli di Alessandra e due di Valerio. Tutti belli, molto belli.
Il talent è l’unico modo di emergere oggi? Mi dispiace dirlo ma per me è stato così, senza Amici o X- Factor non so cosa avrei fatto. Alle mie spalle ho cinque anni di provini andati male. Anche Sanremo Lab è un buon punto di partenza. Queste per me sono le tre porte oggi.
Tozzi dice che siete dei depressi.. Posso interpretarla così: esci, hai successo e dopo un anno nessuno ti riconosce più per strada e ti deprimi. Posso essere d’accordo, potrebbe essere possibile. Ma ognuno vive quello che ha: gli unici mezzi per poter farsi conoscere dal pubblico oggi sono questi. E poi lo stesso discorso vale anche per il Grande Fratello e programmi del genere, per tutti quelli che lavorano nel mondo dello spettacolo. La vita è così.
Hai anche avuto modo di recitare in questi mesi. Parlaci del film.. S'intitola “A sud di New York” di Elena Bonelli. Interpreto Marco, l’aspirante fidanzato della protagonista, Carmelina. Si svolge tra il Sud Italia e il Sud America. Il mio personaggio è un musicista imbranato che scrive canzoni per la sua ragazza. Cado a terra, ho paura dell’aereo, vado a sbattere contro i vetri… Marco è un vero disastro. È stato strano recitare: stare davanti alle telecamere in tv è una cosa, al cinema è un altro conto. Ho accettato perché mi sono occupato della colonna sonora, delle canzoni del film. Poi da lì è nata l’idea di farmi recitare. Lo rifarò, ma solo se c’entra con la musica.